Il coglionevirus del ciclista

Previsioni ballerine, ma ci si spera sempre.
Nel corso della giornata sarebbe dovuto migliorare, quindi si ritarda la partenza e ci si prova.
Un raggio di sole ingannatore illude un po' di ciclisti colpiti dal coglionevirus, così in Piazza Rossetti ci si ritrova in un numero discreto: Elisa ed Alexa le signore colte da una forma leggera, Acacio, Pierre e Gige da un ceppo leggero ma inossidabile, Sergio da un ceppo anomalo denominato “del papà”, Schleck e Fede dall'insidioso ceppo “agonista”, Ciampo e Fabio (con l'amico Stefano) da un ceppo acuto, che richiede una più lunga ed impegnativa cura. Poi c'é Billy, un caso a parte, da ricovero e difficilmente curabile.
Si parte a ritmo deciso, davanti c'è chi battaglia (Schleck, Ciampo, Gige), dietro c'è chi arranca.
Si incrocia Fede lungo la strada, che si aggiunge al gruppo dei battaglieri, ci si ricompatta a Recco.
Alexa è alla ricerca del nucleo familiare disperso (è inutile che noi maschietti ci illudiamo, da sempre il capofamiglia è la donna), Billy, di nuovo alle prese col cuore matto, parte prima sperando così di non far attendere troppo in cima alla salita ma non ci riesce.
Davanti è battaglia tra Schleck e Fede e le gerarchie si ribaltano. Schleck quest'anno ha subito un grosso trauma, un cambiamento inaspettato. No, ragazzi, non sto parlando di quello che pensate voi (maiali!), quello non lo ha mai rallentato. Schleck quest'anno lavora! Anche Fede lavora, ma per lui non è una novità, così si spiega il colpo di scena, con Fede che schianta Schleck su per la Ruta.
In cima il gruppo si divide. Quelli normali tornano indietro (anche se normali forse è un concetto esagerato, diciamo meno malati), proseguono Ciampo, Fabio (con Stefano) e poi c'è Billy, caso a parte. Perché col cuore matto, l'incapacità in discesa, lo scarso allenamento, andare a prendersi l'acqua che si trova sempre appena passa la galleria della Ruta (da applausi sul punto l'autoironia di Fabio “io proseguo verso Santa, appena si passa la galleria c'è il sole”) è da veri folli, da PIC (Pura Ignoranza Ciclistica, per i nuovi arrivati) si sarebbe detto una volta, adesso va di moda il Coglionevirus.
Così si scende a ritmi da record (negativo, ma pur sempre record) verso Santa. Lì Ciampo e Fabio decidono di tornare indietro subito, senza fermarsi, lasciando Billy da solo in lacrime (voglio vedere se fossi stato una bella figa cosa sarebbe successo).
Billy un po' cotto torna al solito bar nella via interna di Santa, quello dove una volta c'era la Donatella, ed appena entra ha un momento di disgusto, vedendo una nuova apertura laterale ed una sciarpa della Sampdoria. Poi prende coraggio, va avanti e scopre un piccolo gioiello. Intanto a fianco della sciarpa ce n'è una rossoblu “Figgi du Zena” che ti apre il cuore, poi c'è tutto un locale nuovo con sciarpe di varie squadre e, soprattutto, poster di grandi atleti: Maradona, Platini, Federer, Valentino Rossi, Alberto Tomba ecc. E poi loro due: Marco Pantani e Fausto Coppi (in ordine di apparizione alla mia vista). Locale allargato da un mese ed anche rinnovato nella qualità alimentare: ottimo toast ed ottimo te caldo ai frutti di bosco. Un po' di relax ammirando nel maxischermo l'arrivo della Vasaloppet e chiacchierando col titolare prima di ripartire.
Per carità di patria meglio non raccontare nulla del ritorno, abbattuti tutti i record (negativi, ca va sans dire).
Adesso una piccola confessione. Per la giornata di oggi devo ringraziare la nostra cara Ariane, che  col suo incitamento mattutino (“ragazzi è solo acqua, non fa male”) ha pungolato il mio orgoglio, facendomi ricordare una pedalata di un po' di anni fa (parecchi, prima del cuore matto) quando, in una giornata di pioggia, ci siamo presentati al Monumento per la pedalata sociale solo in 2, Ariane e Billy. Visto che pioveva, abbiamo deciso di andare nell'interno: Recco, Uscio e Calcinara. Visto che faceva freddo, abbiamo deciso di stare mezz'ora fermi a Calcinara per vedere passare un centinaio di ciclisti, più abelinati di noi, che partecipavano alla G.F. di Camogli. Siamo ripartiti in discesa verso Calcinara, ad Uscio eravamo già ghiacciati, sosta bar per cioccolata calda. E' stata l'unica volta in vita mia che ho visto la nostra Wonder Woman nordica tremare del freddo. Anche lei è umana.
Buone pedalate a tutti.

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